Yoga-Tantra su strumenti della tradizione – 18/11/2016

Venerdì 18 novembre dalle ore 20:00 alle ore 23:00

La Luce del Cuore – via privata Antonio Meucci 5 – Milano

“Nel cielo le nuvole
scompaiono nell’azzurro:
ovunque vadano non vanno da nessuna parte,
ovunque siano non sono da nessuna parte.
Lo stesso accade per i pensieri nella mente:
quando la mente contempla la mente, le onde del pensiero concettuale scompaiono.”“Rimanete liberi da ogni elaborazione mentale, liberi da considerazione per voi stessi
come le onde dell’oceano che nascono e muoiono spontaneamente,
senza concetti, senza attaccamento ad alcun punto di vista, nella purezza primordiale della mente
con un solo chiarore che dissipa l’oscurità,
e realizzerete all’istante gli insegnamenti dei suora,
dei Tantra e di tutte le scritture”
Il corso con cadenza mensile si propone attraverso una sessione di Hatha Yoga che si struttura nella esecuzione di otto asana (posizioni del corpo che vengono mantenute per un certo tempo) e di un rilassamento prolungato, di praticare in condivisione il Tantra Yoga.
Accompagnato dal suono degli strumenti della tradizione Il Tantra Yoga dispiega la sua efficacia potenziata dalla vibrazione naturale degli strumenti stessi.L’Hatha Yoga attraverso la disciplina del corpo, il controllo cioè del respiro ed il mantenimento delle posizioni si propone di espandere la coscienza, il Tantra, il cui nome deriva dal sanscrito Tan liberare e Tra espandere ha lo stesso intento, ma lo raggiunge attraverso un percorso differente il corpo libero di muoversi nel Sentire.
Per noi occidentali l’Hatha Yoga é di più facile ed immediata comprensione, essendo abituati al controllo del corpo mentre il Tantra Yoga impatta in quella zona emotiva che siamo abituati a nascondere se non a soffocare. Attraverso l’Hatha arriviamo quindi alla percezione del corpo e attraverso il Tantra portiamo il nostro corpo ad ascoltare se stesso attraverso gli altri.
La sessione di Hatha prevede una meditazione breve che prepara al rilassamento e l’ esecuzione di otto Asana che rilassano prima gli arti inferiori, poi quelli superiori, per poi lavorare sulla colonna vertebrale, la meditazione più lunga attraverso la visualizzazione guidata ci conduce ad rilassamento finale e prepara il corpo alle sollecitazioni del Tantra.Il Tantra si apre con una danza meditativa:la danza di Shiva o Tandava, accompagnata dalla musica dal vivo. La scelta degli strumenti tradizionali è basata sulla loro primordialitá, l’ascolto attraverso la meditazione stimola una memoria uditiva ancestrale. Le vibrazioni del suono lavorano sui Chakra, quei punti energetici che proprio l’Hatha ed il Tantra si propongono di sbloccare affinché l’energia possa scorrere più fluidamente e inducono uno stato di trance, cui il corpo si poggia per esplorare fisicamente lo spazio interiore.
Tandava ha lo scopo di ricondurre tutto all’ascolto del nostro corpo che viene lasciato libero di seguire ciò che il corpo stesso desidera senza intenzione. Al termine di Tandava il corpo è pronto alla esecuzione degli esercizi di Tantra Yoga che stimolano proprio l’ascolto degli altri e di se stessi attraverso il corpo.L’uso degli strumenti tradizionali consante al corpo di vibrare al suono della musica dei nostri padri. Gli strumenti tradizionali sono vivi, fatti di pelle o di legno, cambiano al mutare della temperatura, delle stagioni, dell’ambiente sono come noi soggetti a mille variazioni ed hanno come noi la necessità di accordarsi per poter vibrare.
Il valore di cui sono portatori, la memoria che custodiscono impatta sui corpi ampliando la sensazione che la voglia di ascoltarci ci dona.In questo viaggio ci accompagnerà Ettore Castagna musicista ed antropologo, fine conoscitore degli strumenti e delle danze del Sud Italia insieme a Maura Gigliotti insegnante Csen di Hatha Yoga e formatasi sotto lo sguardo attento di Daniel Odier per quanto riguarda le pratiche tantriche.Insegnante Hatha Yoga: Maura Gigliotti
Suoni di Ettore Castagna

Abiti comodi, un tappetino, una copertina (durante la meditazione la temperatura corporea scende), un cuscino piccolo ed una benda per gli occhi
Costo della lezione 25 euro
Durata: 3 ore
E’ indispensabile la prenotazione telefonica entro il 15\11\2016 al 3401708277 o al 3398404485
oppure scrivendo in privato su FB a Maura Gigliotti.
Il corso si attiverà alla presenza di minimo 10 iscritti.

Lo Yoga-Tantra prevede il recupero della sensorialità.
Un percorso indispensabile nella esecuzione delle pratiche tantriche è il sentire. A causa del tipo di vita che conduciamo, dei condizionamenti esterni, delle esperienze passatesi è ridotto grandemente l’ascolto propriocettivo.
Per ascolto propriocettivo si intende il contatto profondo con i nostri sensi. Parliamo, scriviamo, discutiamo, ma non sentiamo più.
I sensi ci accompagnano ben prima dell’origine della vita, un feto sente ancor prima di elaborare una forma pensiero. Abbiamo dunque una riserva ed un potere inesauribile racchiuso nei nostri sensi.
Ogni organo di senso trova poi corrispondenza in un chakra. E’ questa la ragione per cui attraverso la pratica del Tantra Yoga è possibile riacquistare la sensorialità, riattivando il chakra corrispondente all’organo di senso interessato.
c’è molta confusione su cosa sia il Tantra, ma soprattutto su quello che Tantra non è.
Se per Tantra si intende solo l’acquisizione di una buona sessualità che conduca poi ad esperienze mistiche ed estatiche allora l’orizzonte è riduttivo.
Il Tantra si declina come sensorialità e non come sessualità, le esperienze estatiche precedono l’ unione tantrica e ne sono addirittura condizione per cui essa avvenga.
Il Tantra è ascolto profondo del sé attraverso i sensi.
“L’idea è di aprirsi e di essere connessi, i sensi devono essere aperti a ciò che avviene.
Non si parla di sessualità, ma di essere aperti verso le cose che succedono intorno a noi.
Gli eschimesi hanno 50 parole per dire neve, dipende dalla qualità. In Kashmir sono uguali parole che dicono facciamo l’amore con un uomo o con il cielo.
L’apertura alla sensorialità questo è alla base di una sessualità ricca. Siamo in uno scambio sessuale con la realtà.
Lalita faceva l’amore tre volte all’anno, ma quando usciva dalla sua grotta era talmente bella che sembrava avesse fatto l ‘amore tutta la notte.
Sensorialità come via d’accesso alla sessualità e non il contrario” D.Odier
Il percorso proposto prevede un numero di tre incontri necessari a comprendere appieno cosa appartenga realmente alla via Tantrica.

“Lo yoga del Kashmir viene dal sentimento che ogni percezione ha la sua realtà solo nel silenzio. Invece di cercare di affinare la percezione per arrivare al silenzio, questo Yoga si inscrive nel cammino Tantrico che è all’opposto: non si va da nessuna parte, si lascia che la percezione, il pensiero si rivelino completamente.
Ciò che proviene dal silenzio non può essere altro che silenzio.
Lo Yoga del Kashimir è un’arte di riassorbimento, di dissolvimento, non uno Yoga dell’acquisizione. Nello Yoga classico certi movimenti del corpo (asana, mudra), sono usati per risvegliare l’energia. Si pensa che l’energia risvegliata vada a liberare in noi certe casse di risonanza: chakra, e che, quando esse saranno abbastanza purificate si acceda ad una cassa di risonanza superiore che è la comprensione.
Questo cammino progressivo è dualista e fonte di smarrimento.
Lo yoga del Kashmir stimola la scoperta corporea di spazi di libertà, senza peso, né sostanza. Quando si comincia a scoprire che tutta la struttura psicologica vive nella paura del sentire si scopre quanto le spalle, la glottide, il dorso o il respiro siano sempre sul punto di difendersi.
L’esercizio non è finalizzato a liberarsi, ma a rendersi conto fino a che punto si è nella resistenza. Lo yoga non può essere uno strumento: è un’arte.
Gli strumenti appartengono al mondo del lavoro, dell’intenzione.
La vera arte è dinamica di acquisizione, è celebrazione senza richiesta.
Attenzione a non voler fare posizioni perfette, o tenerle a lungo, o desiderare di acquisire qualcosa, o tentare di andare ogni volta un po’ oltre. Ciò non significa che non si possa lavorare a lungo sulle posizioni, ma che si conserverà questa disponibilità viva.
E’ facile creare uno schema, una scuola, un insegnamento allora nuovamente vi allontanate: state ancora aspettando qualcosa…tanto vale proiettare la sicurezza su di un cane: almeno, prima o poi, il cane se ne andrà e vi lascerà nella vostra miseria.” E. Baret