MEDITAZIONE NUDA PER SPOGLIARSI DALLO STRESS

MEDITAZIONE NUDA PER SPOGLIARSI DALLO STRESS

La storia del progetto YogaMed Naked, la mia storia! Io e Stefano Paolo (Nijen il suo nome spirituale) ti raccontiamo l’importanza della meditazione e delle attività olistiche svolte in nudità.

 

M: Ti ricordi come iniziò YOGAmed NAKED?

S: Indimenticabile! Era il 2014, fu quasi una sfida, una scommessa per me. Tu già proponevi da tempo nel tuo centro di Milano varie attività olistiche dall’acro-yoga ai bagni di gong sia in naturismo che non. Il colpo di fulmine avvenne quando capitai da te per proporti delle serate di trance-dance. E tu rilanciasti, chiedendomi di portare l’esperienza in nudità. Lì mi si spalancò un’intuizione! Tutto il lavoro fatto per anni, sia riguardo alla ricerca interiore (Osho, Gurdjieff, Aivanhov, etc.) così come al recupero della “selvaticità” (G. Hebert, P. Carton, Weston-Price, F. Natale) ritrovavano un punto quasi ovvio di partenza, che però fino ad allora m’era sfuggito: la pratica riportata alla sua semplicità più originaria. Le prime esperienze furono folgoranti. Ben presto mi accorsi come, specie in ambito metropolitano, dove l’allontanamento dalla natura è fonte già di suo di molti squilibri e disfunzioni, tutti gli strumenti di auto-osservazione e di rilascio emozionale, che portavo, acquistassero molta più forza ed efficacia. Solo dopo, accanto ai grandi benefici, arrivò pure qualche problemino, insomma non è stato tutto rose e viole… c’è voluto poi anche tutto un lavoro di rielaborazione di quegli stessi strumenti per adattarli al nuovo, pur se antichissimo, contesto.

M: Vorrei soffermarmi con te proprio su questi due aspetti: quali sono i pro e i contro che abbiamo incontrato nell’abbinare l’olistica al naturismo?

S: I pro sono stati da subito tanti e questo ci ha dato poi la forza di affrontare le difficoltà. Molti naturisti hanno apprezzato il nostro sforzo di reintegrare l’approccio olistico. Nel lavoro di molti dei padri fondatori, come Paul Carton, provenienti per la maggior parte da discipline mediche, questo era ancora ben presente.

Anche nei periodi dell’anno e per quelle attività, che svolgiamo al chiuso, in ambiente urbano e non in rapporto diretto con la natura, il semplice ricordo degli elementi, che siamo in fondo comunque fatti di terra, fuoco, aria e acqua, che siamo figli di Madre Terra e Padre Cielo, fa tantissimo.

Li rievochiamo magari coi suoni registrati di un ruscello o del vento o quelli tribali della musica, dal bastone della pioggia al battito di pelli di tamburo. Li riportiamo alla nostra consapevolezza con diverse tecniche di auto-osservazione, scoprendo come anche le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre relazioni portino ancora traccia di quegli stessi elementi. Questo ritorno all’ancestralità, anche solo per poche ore all’interno di una settimana, ci riporta all’essenzialità, a cercare ciò che di vero e inoppugnabile c’è dentro di noi. Ad attaccarci fortemente alla parte più autentica di noi. Come ad uno scoglio quando il mare è in tempesta…

E l’artificialità esagerata, forzata di questi tempi ci sta mettendo a dura prova. Quindi coltivare dentro di noi quella connessione ferrea con la nostra intima natura è ciò, che di più salutare possiamo fare.

Senza entrare in tutti i dettagli biochimici, sul piano del riequilibrio ormonale tutto questo ha un riflesso immediato. Anche solo il vedere, il toccare, il danzare gentili e lo stare con gli altri in un’atmosfera di innocenza e spontaneità, in cui le corazze muscolari e le maschere sono state almeno un po’ allentate, porta molta guarigione e distensione a livello psico-fisico.

Questo è l’esatto punto, in cui i benefici sono più grandi, ma è anche dove abbiamo iniziato ad incontrare le nostre serie difficoltà.

M: Ecco appunto! Parliamo apertamente anche di questo..

S: In un primo tempo si formò naturalmente un gran bel cerchio d’interesse verso il nostro lavoro, composto da ricercatori autentici. Sia da naturisti interessati proprio ad approfondire filosofia e pratica del naturismo come disciplina di salute; sia da chi già seguiva il mio approccio poco usuale alla ricerca interiore. Ben lontano dal clichè del meditatore new age serafico, tutto gambe incrociate e om! Nel contempo il tuo modo di infondere dolcezza e semplicità negli asana (le posizioni dello yoga), come anche il mondo immaginale di integrazione in chiusura di sessione, ha portato fuori lo yoga dagli stereotipi forzosi da palestra di fitness. 

Così senza sforzo si venne a co-creare con i partecipanti un clima unico. Di innocenza e complicità. E anche qualcosa in più che il semplice rispetto, proprio come una specie di naturale sensitività reciproca. Esperienze così belle ne avevo provate poche prima: solo nel tentativo di vita comunitaria a Osho Gautama agli inizi. Le avevo immaginato tante volte da piccolo: dai dipinti di Gaugain, dai libri di Emilio Salgari e dai documentari di Folco Quilici.

Ma con il successo il cerchio si espanse molto e all’improvviso. Entrarono tutta una serie di personaggi, magari molto facili al mettersi in nudità, ma soprattutto interessati ad altro, al “marpioneggiare” prima di tutto. Alcune donne che partecipavano ai nostri eventi, hanno cominciato ad essere tampinate e subissate di messaggi. Ancora le donne, specie durante la trance-dance, sono state oggetto di attenzioni poco gradite e siamo dovuti intervenire come “poliziotti”. Così l’idillio s’è rotto, la bellezza del principio svanita e la parte femminile del cerchio è andata via via svuotandosi sempre più.

M: Mi aggancio al discorso perchè vorrei che dicessi quanto abbiamo dovuto poi lavorare per ripristinare quella bellezza degli inizi.

S: Eh si, prima abbiamo dovuto fermarci e riflettere sui nostri errori. Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo messo a punto una nuova modalità di protezione dolce, ma al tempo stesso ferrea, disposta ad accogliere chiunque e da qualsiasi punto parta, solo se interessato ai temi del ben-essere, del rilascio emozionale e del ripristino dell’ancestralità.

Abbiamo introdotto tutta una serie di strumenti, come i cerchi di uomini e di donne a cadenza periodica per ri-educare a quella innocenza e sensitività. Facendo in modo che il “sacco” di repressioni sessuali e compressioni emotive, tipiche della nostra era, venisse svuotato in uno spazio a parte, appositamente dedicato. In modo poi che nuove concrete consapevolezze e comprensioni reciproche prendessero il posto di chiacchere e vecchie dinamiche da patriarcato e da matriarcato, da bar e da parrucchiera, da settori stagni divisi e conflittuali.

Al tempo stesso abbiamo coinvolto e preparato uno staff adeguato per gli eventi più caldi e frequentati, quelli in cui per natura si muove più energia. Abbiamo dovuto consolidare nel modus operandi, che significa proteggere e come farlo in modo gentile e accurato, senza eccessi.

Il resto lo stai facendo tu ora con la tua splendida iniziativa “DEA MADRE” insieme a Francesca, Valentina e Silvia. E so che molte altre amiche si stanno connettendo al tuo intento. E’ un progetto preciso per questo momento storico e per l’Italia proprio. Avvicinare le donne alla nudità, che non sia solo prendere il sole in spiaggia o al fiume, da noi è ancora un’impresa!

Avvicinare le donne a se stesse, alla loro natura, al loro vero piacere, al femminile che portano (a volte senza accorgersene) è ancora un altro passo importantissimo per quest’epoca. Per riappropriarsi anche delle parti istintuali, animali e biologiche, così anestetizzate da ritmi tanto artificializzanti quanto forzosi.

Per TORNARE NATURA venite a trovarci ai nostri eventi su Milano e durante quelli organizzati da A.N.ITA. Ci piace viaggiare ed espandere il nostro lavoro, se dalle vostre parti c’è un cerchio d’interesse per ciò che portiamo. Puoi trovare tutto sul nostro sito: www.lucedelcuore.it

 

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